Edoardo
Puglisi nasce a Catania nel 1936 in una nobile famiglia patriarcale.
E’ presente nel panorama artistico internazionale da circa
quarant’anni.
Dopo aver ultimato gli studi classici e quindi giovanissimo,
lascia la Sicilia per intraprendere numerosi viaggi di
approfondimento artistico-culturale soprattutto in Francia, Persia e
Jugoslavia.
Gli anni sessanta sono fondamentali per la sua formazione.
Esordisce come ritrattista a Montmartre e condivide la vita bohème
nei caffè letterari di Parigi con diversi artisti e scrittori.
Assorbe l’ideologia del nouveau réalisme.
Incamera il pensiero di Restany ed inventa una particolare tecnica
usando i pigmenti colorati e le vernici fluorescenti caratteristici
della tecnologia moderna industriale.
In Persia, presso la tribù dei Baktyari, scopre il segreto della
miscela e stagionatura del colore dai maestri tintori.
Valendosi di queste nuove cognizioni, riesce a raggiungere il
massimo livello di padronanza nell’uso degli smalti, creando così la
chiara impronta di stile che lo contraddistingue.
A Teheran, con un gruppo di pittori europei invitati dal governo
di Persia, affresca «Il Giardino d’Inverno» nel Salone delle Feste
del Palazzo Imperiale.
Dà inizio al primo periodo romantico di «Il Fiore e la sua Grande
Avventura» che lo inserirà nel clima artistico-culturale italiano.
Sempre negli anni sessanta, è docente alla scuola d’arte di
Novi-Sad (ex Jugoslavia).
Gli anni settanta sono un’exploit di mostre personali soprattutto
in Italia ma anche a: Parigi, Cannes, Basilea, Lugano, Schiraz,
Tunisi, Teheran, Belgrado.
Nel 1973, un’équipe di giornalisti americani gli riconosce per la
sua attività internazionale, il titolo di -Gran Maestro- insieme a
Henry Kissinger, Ted Kennedy, Liza Minnelli, Dean Martin e Frank
Sinatra.
Il suo spirito intraprendente e poliedrico lo porta ad essere
contemporaneamente pittore e uomo di spettacolo.
Organizzatore di manifestazioni artistiche di livello
internazionale come il «Pavone d’Oro», frequenta la jet society con:
Benito Jacovitti, Walter Molino, Enzo Biagi, Enrico Vaime, Giorgio
Saviane, Nantas Salvalaggio, Anita Ekberg, Antony Queen, Monica
Guerritore, Steve Mc Queen.
Riceve il «Selenio d’Oro» al premio «Regia Televisiva» per la
trasmissione «St. Germain Des Prés» a Tele Delta, attuale Rete 4.
Nel 1974 è nominato -Cittadino Onorario- di Ponte Buggianese (FI).
Nello stesso anno, al Museo Nazionale della Scienza e della
Tecnica di Milano, nel corso di un gemellaggio culturale
Italo-Iraniano, le autorità, alla presenza del Ministro Consigliere
dell’Ambasciata Imperiale dell’Iran a Roma, Reza Hachemain, scelgono
un’opera di Puglisi destinata ad arricchire la collezione privata
dello Scià.
|
 |
Nel 1975, la Rifi Record
sceglie il design di Puglisi per la copertina di Franz Schubert,
serie Penny. |
Nel 1979, il
Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, gli conferisce il
titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.
Nello stesso anno, il Comune di Milano gli assegna L’Ambrogino
d’Oro. |
 |
L’ACTS (Architectural
Ceramics & Tiles by Shino Toseki) di Kyoto, inserisce nella propria
collana di ceramiche, il fiore stilizzato di Puglisi con i designes
di Dova, Picasso, Rotella, Scanavino, (produzione italiana CEDIT),
indirizzata all’arredamento di importanti catene alberghiere in
Giappone. (Catalogo 1982-1983). |
Nel corso
degli anni ottanta, è toccato da una profonda crisi interiore.
Una totale mancanza di stimoli, lo porta al rifiuto della pittura.
E’ un periodo introspettivo, di intima ricerca.
Mantiene comunque vivo il suo interesse per l’arte tramite
l’amicizia epistolare con lo scrittore e giornalista Franco La
Guidara.
Continua a frequentare l’ambiente artistico milanese dove,
determinante, è l’incontro con la scrittrice Marie-Claire
Delamichelle che diventerà sua compagna e fautrice del suo talento,
spingendolo a riprendere il filo interrotto con la pittura.
Riparte per la Francia, e lei lo introduce nei cenacoli e salotti
letterari di Aix-en-Provence dove entra in contatto con Denis
Coutagne, conservatore del Musée Cezanne e Renaud Temperini, vice
conservatore del Louvre.
La forte influenza lasciata dall’impressionismo, lo incita ad
esprimere una nuova dimensione di sé che sfocia in un secondo
periodo romantico; permane il suo inconfondibile stile ma si
esaurisce l’avventura figurativa del «Fiore».
Tra il 1992 e il 1993, alcune sue opere entrano a far parte della
collezione dei Musei Vaticani.
Nel 1994, Puglisi inizia un ciclo di esposizioni a tema:
«Si Venise m’était contée », «Emozioni d’Artista », «Masques... et
bas les masques», «Piume di struzzo, fiori e... champagne». Queste
personali, presentate in Francia ed in Svizzera, lo pongono nei
parametri della new-age painting: lo esprime pienamente con la
performance «United Colors of New Age» nel contesto della mostra
«Belle Epoque, fleurs et... champagne» ad Aix-en-Provence nel 1997.
Non spezza il legame con il mondo artistico italiano, in quanto,
lo scrittore Francesco Ogliari ed il gallerista Stefano Cortina,
presentano sue personali a Varese, Padova e Milano.
Conosce il pittore Giancarlo Borgia con cui trascorre un
importante periodo di vita permeato da una reciproca evoluzione
culturale ed intellettuale e, soprattutto, da una sincera amicizia.
Conclusa l’esperienza provenzale, verso la fine degli anni
novanta, si ristabilisce a Milano in un grande spazio che denomina
«Studio-Teatro Puglisi» non dimentico della sua indole di show-man.
Esprime, libero, una prorompente creatività dedicandosi anche alla
scultura.
Entra, con tele dal forte temperamento, in gallerie di primo
piano.
L’affetto e i continui inevitabili contrasti di idee con Franco
Cafiso, i viaggi in Spagna sulle tracce di Picasso e Dalì,
contribuiscono alla creazione di opere dalla forza sanguigna.
In questo periodo di vigorosa espressione e provocazione si
diverte a mettere in gioco sé stesso: castigat ridendo mores.
Lui stesso diventa la sua pittura, come la sua pittura, è ciò che
lui è.
Questa sicurezza ed eloquenza pittorica sfociano oltreoceano.
Nel 2000 le sue opere entrano nella collezione impressionista e
moderna del Bellagio di Las Vegas di cui la Sotheby’s ne mette una
parte all’incanto.
Due dipinti vengono aggiudicati per 62 e 65 mila dollari.
Nel settembre 2002, in Guascogna (Francia) viene intronizzato
«Moschettiere d’Armagnac» dal diretto discendente di D’Artagnan,
Capitano della Compagnia e Senatore Aymeri de Montesquiou,
contemporaneamente all’ambasciatore degli Stati Uniti a Parigi,
Howard Leach.
Nel 2006 decide di lavorare anche nella sua
Sicilia natale e, in un nuovo studio alle pendici dell’Etna,
produce l’opera monumentale “Magnete Lavico”.
In cooperazione con la scrittrice e sua compagna Marie Claire
Delamichelle (che lo esorta anche tramite l’amicizia con il
critico Achille Bonito Oliva verso espressioni che coniugano
alla forza cromatica dei suoi lavori evidenti valenze
intellettuali) realizza l’installazione performativa Holós.
Le sue opere figurano nei seguenti musei e pinacoteche:
- Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano
- Museo Civico Malaspina di Pavia
- Pinacoteca Comunale di Roma
- Museo Nazionale d’Arte Moderna di Teheran
- Museo d’Arte Moderna di Jacksonville (Florida)
- Musei Vaticani
- Pinacoteca d’Arte Contemporanea di Ruffano (Lecce)
- Museo Norberto (Spello - Perugia) |
|
|